Didattica

Spieghiamo cosa sono, cosa servono e come funzionano.

Le Brezze

Un fenomeno spesso sottovalutato ma che in certi periodi dell’anno è un grosso aiuto ad evitare eccessi termici.

Del 20-02-2024

Nella nostra regione, come in molte altre affacciate sul mare, si beneficia di un fenomeno naturale che regola, come un termostato in un ambiente domestico, la temperatura e l’umidità relativa esterna: le BREZZE.

In uno scenario anticiclonico si può notare come il vento, quasi sempre a regime di brezza, provenga da direzioni diverse a seconda dell’ora del giorno o della notte in cui si osserva: di giorno spira dal mare verso l’entroterra e le colline limitrofe, di notte dalle colline verso il mare. Sono brezze cicliche in grado di livellare letteralmente la temperatura evitando eccessi. (fig. 1)
 Ma perché si attivano questi venti a regime di brezza e perché hanno questa proprietà di termoregolare le temperature?
Il meccanismo è piuttosto semplice e, in linea generale, alla base di molti aspetti della meteorologia anche su vasta scala.
Prima di proseguire si tenga presente che il mare e il terreno sono elementi che hanno masse diverse e capacità diverse di trattenere il calore, come anche è diverso il  rilasciarlo dell’energia termica nel tempo.
Ora proviamo a spiegare il fenomeno suddividendolo in 4 fasi una giornata “tipo”.

PRIMA FASE

Al mattino -l’orario dipende dalla stagione di riferimento- è il momento più freddo della giornata e spira una leggera brezza verso il mare (spiegheremo dopo il perché); man mano che il sole sorge, l’irraggiamento inizia a scaldare la superficie terrestre. La temperatura superficiale del mare sale ma molto lentamente rispetto a quella del terreno o delle colline circostanti che invece assorbono calore più velocemente.

Ad un certo punto del mattino (nel caso di questi grafici di figura 2 e 3 della nostra stazione meteo)  il mare e le colline sono alla stessa temperatura. In quel momento di omotermia, che può durare da qualche minuto a qualche ora, non si assiste a nessuna ventilazione; l’aria è pressoché immobile e la temperatura dell’aria sale in maniera costante e lineare. (fig. 2)

SECONDA FASE

Con il passare delle ore, il sole continua ad irraggiare sempre di più la superficie terrestre. Ad un certo punto il calore dell’aria nelle zone vicine alle colline è maggiore di quello del mare. Il caldo inizia quindi a salire di quota, dal basso verso l’alto. Questo moto ascensionale produce una limitata area depressionaria sotto di sé. L’aria circostante alla depressione è costretta a colmare il differenziale pressorio venutosi a creare.

Per farlo l’aria si dirige verso il centro della depressione. Ed ecco quindi che l’aria sopra al mare si sposta lentamente verso i monti o le colline limitrofe, percorre l’entroterra, si riscalda e poi inizia a salire di quota, aspirata dallo stesso moto ascensionale. In questa fase le brezze sono completamente attivate e soffiano dal mare verso i monti. La temperatura però non sale più linearmente come in precedenza. Ma perché?

Perché l’aria che arriva dal mare è leggermente più fresca di quella sopra alle colline, perché il mare si trova ad una temperatura più bassa e di conseguenza anche l’aria sovrastante lo sarà. Ecco allora che la temperatura quasi di colpo sale molto più lentamente o, in molti casi, non sale proprio, livellandosi ad un determinato valore. Chiaramente l’aria che sovrasta il mare ha un tasso di umidità relativa più alto e l’arrivo della brezza marina determina anche l’aumento di questo valore. (fig 3)


TERZA FASE 

La giornata prosegue e il sole inizia a calare verso l’orizzonte. Il mare ha immagazzinato tutto il calore trasmesso dalla radiazione solare durante le ore diurne e le colline non si scaldano più, anzi, iniziano a perdere più calore di quello che ne ricevono ancora dal sole. Questo è il momento in cui il terreno è nuovamente alla stessa temperatura della superficie del mare e la depressione creata dall’ascensione dell’aria calda verso l’alto cessa completamente.

Quindi l’aria del mare non deve più andare a colmare il divario pressorio perché il divario si è annullato, per cui la brezza di mare si ferma. In questo frangente c’è calma di vento e l’aria inizia a scendere linearmente.

QUARTA FASE

Il Sole è ormai tramontato e l’irraggiamento è finito. Il mare, che ha immagazzinato il calore durante le ore diurne, rilascia energia termica e scalda l’aria sovrastante la quale inizia a salire verso l’alto con un moto ascensionale.

 Anche in questa circostanza l’ascensione dell’aria calda forma una depressione sulla superficie marina e l’aria circostante è costretta di nuovo a tentare di colmare questo divario pressorio.

Il terreno si raffredda più velocemente, per cui questo moto accelera con il passare delle ore; e così l’aria si sposta dalle colline verso il mare innescando le brezze notturne portando quel refrigerio specialmente nelle serate estive.


Conclusione

In definitiva è un ciclo chiuso, un loop che non si ferma mai e che si ripete ogni giorno in circostanze anticicloniche.

 Ecco perché, ad esempio, nelle estati ormai divenute roventi, ci sono giorni che nell’entroterra, anche della nostra stretta regione, e quindi poco distanti dal mare, si registrano temperature roventi mentre lungo il litorale tutto sommato, l’aria è davvero più fresca, anche di diversi gradi, proprio grazie all’azione del mare che mitiga l’andamento della temperatura tramite queste brezze.

Questo non avviene in pianura dove la brezza del mare non riesce a penetrare così a fondo, o se lo fa si riscalda molto man mano che percorre il terreno infuocato, rendendo ininfluente il fenomeno termoregolatore.

Nelle immagini allegate registrate dalla stazione meteo si può notare come la temperatura stia salendo in maniera proporzionale e poi ad un certo punto la salita si interrompe: è l’arrivo della brezza che ha quasi la stessa temperatura della superficie del mare. (fig. 2)

A riscontro si può notare che nello stesso medesimo istante sale l’umidità relativa. Inoltre, osservando la direzione vento si nota come questa passa da nord a sud.

Luca Pittaluga

autore: Luca Pittaluga
Le brezze

Fig. 1 – Schema semplificato regime brezze

Le brezze

Fig. 2 – Andamento temperatura Stazione Meteo Chiavari

Le brezze

Fig. 3 – Andamento umidità realtiva Stazione Meteo Chiavari

Le brezze

Fig. 4 – Direzione del vento Stazione Meteo Chiavari

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